La percezione, i percorsi della percezione visiva

Questa è la teoria scientifica della percezione, anche se alcuni aspetti sono ancora da definire, dal punto di vista scientifico.

 

Alla fine, il cervello crea la nostra percezione di un cavallo in corsa.

La percezion
vista dalla scienza.

L'atto di vedere un cavallo in corsa inizia quando il nostro occhio mette a fuoco l'immagine che ci si pone davanti e come una vera lente (cornea) l'immagine è rovesciata e  proiettata sulla sulla retina.

La retina contiene milioni di elementi fotorecettori, sensibili alla luce e in grado di immagazzinarla, che analizzano e suddividono l'immagine nelle sue componenti specifiche.

 

I colori, la forma e il movimento sono quindi recepiti come fotoni di luce e codificati in piccoli impulsi elettrici: velocemente gli impulsi vengono canalizzati verso la corteccia cerebrale, dove sono analizzati e interpretati.

1.

L'occhio è come una macchina fotografica

Le onde luminose riflesse del cavallo in corsa passano anzitutto attraverso la cornea, la lente più esterna dell'occhio.

L'iride, i cui pigmenti danno all'occhio il suo colore caratteristico, si contrae in situazioni di alta luminosità, e si espande al buio, in modo da regolare la quantità di luce che entra nella pupilla. Sviluppandosi attorno alla lente più interna (il cristallino), i corpi ciliari si flettono per mettere a fuoco l'immagine.

Quando questa è perfettamente a fuoco sulla retina, si ha una vista normale.

2.

La retina

I fotoni che compongono la luce riflessa del cavallo attraversano la retina per attivare i fotorecettori, chiamati rispettivamente coni e bastoncelli per via della loro forma. I coni sono specializzati nel "catturare" la luce più brillante (luminosa) e sono concentrati nella zona centrale della retina, chiamata fovea, che ci fornisce quella che chiamiamo visione acuta centrale, ricca di colori.

Distribuiti lungo la periferia della retina, i bastoncelli sono molto sensibili, ma non distinguono i colori, e ci permettono di vedere in condizioni di bassa luminosità.

I segnali provenienti da coni e bastoncelli sono processati da una serie di altre cellule e mandati alla corteccia cerebrale. Si ipotizza che grandi cellule, dette gangli, siano specializzate nel catturare dati quali il contorno e il movimento del cavallo. Gangli più piccoli si occupano dei colori dell'uccello e dei dettagli più fini.

Gli impulsi provenienti da queste cellule lasciano l'occhio ed entrano nel cervello attraverso il nervo ottico.

3.

Destra e sinistra

Alcuni canali del nervo ottico (sotto, in giallo nell'immagine) trasportano al cervello i segnali provenienti dalla metà sinistra della retina di ciascun occhio.

Altri canali (in rosso nell'immagine) forniscono l'informazione proveniente dalla metà destra di ciascuna retina.

Nel prisma ottico i nervi si dividono, distribuendo gli input provenienti da ciascun occhio a stazioni di transito situate nel talamo, chiamate nuclei genicolati.

Dai corpi genicolati, altri percorsi di neuroni ri trasmettono i messaggi alla corteccia visiva primaria e alle regioni più alte del cervello. Questo percorso circolare ci permette di vedere il cavallo anche con un occhio solo.

4.

Destra e sinistra

Il centralino

Come cavi in sezione incrociata, sei colonne di cellule situate nei nuclei genicolati ricevono e ritrasmettono informazioni neurali.

Le due colonne inferiori trasmettono dati sui movimenti del cavallo  e  sulle sue caratteristiche principali.

Le quattro colonne superiori trasmettono impulsi che riguardano  i  colori ed i particolari più dettagliati.

Quindi il cervello continua il proprio processo di suddivisione delle informazioni visuali in flussi paralleli, per ulteriori elaborazioni.

 

5.

Ricomposizione dell'immagine

I processo delle informazioni elettriche continua nella corteccia visiva primaria e in diverse decine di altre aree visive nel cervello.

Ad esempio, un'area visuale nel lobo parietale, i cui neuroni sono sensibili alle forme, identifica il cavallo come tale.

Un'area nel lobo temporale, sensibile alla posizione, lo localizza nello spazio circostante.